Nasco in Ottobre, nel 1975, a Macerata. Dove vivo.

Non ricordo di aver mai fotografato per documentare, o per ricordare.

Se fosse accaduto, in sporadiche occasioni d’aria mancanti, ne avrei di sicuro disposto la distruzione dei risultati.

Fotografo da molto. Con pellicola, bianco e nero, poche volte colore.

La mia ricerca si costituisce di carattere analitico, introspettivo, per divenire verso l'esterno contemporaneo con ferma, individuale incidenza.

La mia fotografia si fà commistione di elementi, si definisce per fusione inscindibile di pesanti contrasti, di luce contaminata, imprecisa, di visioni ovattate. Si fà proposta di profondo studio del contemporaneo, come di attivo movimento verso la sovversione dell'inaccettabile.

Riguardo i mezzi che uso per fotografare, quasi sempre meccanici, privi di automatismi, in acido accordo con il mio modo. Determinante, per la maggior parte dei miei progetti, la scelta radicale di un mezzo lento nell'esecuzione, impreciso nel risultato. Efficace antidoto alla omologante perfezione digitale. Non si parla di presa di posizione anti-tecnologica, piuttosto della necessità del sentire il materiale su cui lavoro capace di un suo unico e particolarissimo divenire, suscettibile di possibili contaminazioni fino all’attimo del fissaggio chimico. Le mie immagini vengono così consegnate, non filtrate, impure, ruvide. La sperimentazione diventa parte integrante del mio modo di fare fotografia. L'incessante ricerca un'esigenza vitale.

Mi piace pensare, resistere, disegnare, leggere, studiare, decostruire, fotografare.

 
Bio